Durante il XVII secolo l’Europa fu interessata da grandi contrasti: mentre la cruenta guerra dei Trent’anni (1618-1648) era nel suo pieno svolgimento e la società veniva stravolta da lotte e conflitti religiosi, coloro che detenevano il potere dedicarono enormi energie e risorse alla rappresentazione della loro autorità, papale o reale che fosse.
L’arte e l’architettura furono riconosciute come i mezzi più efficaci per la “messa in scena” di una presunta superiorità e per la rappresentazione illusoria e retorica di un mondo festoso e fastoso. Ogni esperienza artistica venne trasformata in uno strumento per far credere vero ciò che non lo era, per confondere i confini tra verità e menzogna, tra vero e verosimile.
L’architettura barocca si distinse come unione innovativa di scienza e meraviglia e come fusione armoniosa di aspetti retorici e ludici. Gli architetti barocchi, a differenza di quelli manieristi, aspirarono a una profonda trasformazione dello spazio, modificando l’architettura tradizionale sia nelle piante che negli alzati e non limitandosi solo a sperimentazioni decorative, sebbene ancora oggi lo stile barocco venga spesso superficialmente ridotto a ciò. Le maestosità delle facciate e le forme dai rimandi antichi non vennero semplicemente imitate, ma reinterpretate.
Le prime forme riconoscibili come barocche testimoniano i tentativi di instaurare un rapporto più attivo tra la chiesa e l’ambiente urbano. La murata di facciata, invece di essere un elemento divisorio, doveva fare da filtro tra “il dentro” e “il fuori”: a tale scopo il prospetto veniva modellato e piegato in forma curva, come per annullarlo e abbattere così la terminazione esterna dell’edificio. Il movimento ondulato può essere inteso quindi come il risultato di una serie di tensioni, date dall’incontro di forze vive e spingenti: lo spazio interno è in espansione verso l’esterno e la strada antistante è in movimento verso di esso. Il movimento ondulatorio e oscillatorio delle linee da l’impressione che esse possono essere prolungate all’infinito nello spazio; al tempo stesso l’effetto di dilatazione e contrazione delle forme trasmette la sensazione che si tratti di un organismo vivente che respira. La gran parte degli architetti del Seicento aveva avuto una formazione da pittore, scultore o scalpellino e solo in un secondo tempo era passata a occuparsi di architettura: anche per tale ragione le loro realizzazioni riuscirono a essere opere d’arte complete e totali.
L’arte barocca prestò una fede totale nelle possibilità espressive della decorazione: l’architettura la utilizzò in modo eccessivo e ridondante, sovrapponendola alle superfici al fine di stupire l’osservatore e sconvolgere i suoi sensi.
Per raggiungere l’effetto desiderato gli artisti non si fecero alcuno scrupolo riguardo al rigore e alla correttezza nell’uso dei materiali, dato che ogni elemento doveva essere messo al servizio dell’illusione: in questo senso marmi, stucchi, oro, latta avevano lo stesso valore. La linea tra essenza e apparenza si era fatta sempre più sottile: putti, angioletti e altre figure simili spesso avevano lo scopo di mascherare le giunture strutturali e di dissimulare gli espedienti usati dall’architettura per ingannare lo spettatore. Nelle architetture barocche la struttura seguiva logiche proprie mentre l’estetica era affidata all’applicazione superficiale di materiale di abbellimento. Gli stucchi e gli elementi plastici barocchi non andavano in alcun modo a interagire con la statica e la funzionalità dell’architettura, sebbene concorressero in modo complessivo al raggiungimento dell’effetto scenografico.