Presbiterio
Il presbiterio è lo spazio della chiesa riservato allo svolgimento delle funzioni sacre.
Dal presbiterio si accede, a destra, al vano in cui sono collocati i busti di Michelangelo Tribiano e di Tommaso de Mundo. Si accede anche alla zona absidale strutturata su due livelli: quello inferiore è occupato dal coro, quella superiore dalla cantoria con l’organo.
L’elemento fondamentale è l’altare . Ha l’altezza di 300 cm, la larghezza di 420 cm e la profondità di 150 cm, esclusi i gradini. L ’opera è stata realizzata con materiale povero: pietra calcare, come tutti gli altri gli altari laterali. Solamente il tabernacolo è realizzato con marmi policromi ad intarsio ed un angelo a rilievo in marmo bianco. L’opera è attribuibile ad ignoto meridionale formato in ambito napoletano .
Al centro del paliotto è scolpito lo stemma dei domenicani.
Santa Caterina di Alessandria
La statua, attribuita ad ignoto artista meridionale, è una scultura lignea del XVIII secolo, alta 145 cm e larga 40 cm.
L’impostazione statica, in qualche modo, è corretta dalla flessuosità e dal movimento del panneggio, dalla gamba destra leggermente flessa. Il volto e le mani sono costruiti con accuratezza, i caratteri fisionomici ben curati, le parti proporzionate. Pur nella fissità dello sguardo, il volto esprime una certa composta fierezza.
È collocata sulla corno destro dell’altare maggiore. Il segno iconografico più evidente è la corona sul capo, indicante la stirpe regale. Il pollice e l’indice della mano destra sono atteggiati in modo da far supporre che, originariamente, stringessero un oggetto sottile, molto probabilmente la palma del martirio. Anche la mano sinistra stringeva un oggetto che si prolungaVa verso il basso e di cui resta un pomello color oro: è la parte estrema dell’impugnatura della spada, che indica il suo martirio per decapitazione.
Santa Maria Maddalena
La statua lignea è opera attribuita ad ignoto scultore meridionale del XVIII secolo. È alta 145 cm, larga 40 cm, e raffigura Maria di Magdala, che per prima vide il Signore risorto. Collocata sul corno sinistro dell’altare maggiore, con la mano regge un lembo del mantello ed il vaso dei profumi.
È in posizione stante; un certo dinamismo è recuperato con il movimento del panneggio e con la leggerissima flessione della gamba sinistra. Le mani, ben tornite e con le dita affusolate, ed il volto sono costruiti con accuratezza .
Le dimensioni, l’impostazione e la resa plastica delle parti che compongono la figura presentano affinità con la statua posta sull’altro corno dell’altare, al punto da legittimare l’ipotesi che siano ambedue opera dello stesso autore.
La Sapienza Divina
Al di sopra dell’altare maggiore si osserva il busto di una figura femminile che ha un particolare risalto per il colore e la posizione. L’opera alta 80 cm, larga 80 cm, profonda 38 cm, è stata realizzata in stucco da un ignoto artista.
Due teste d’angelo e una valva di conchiglia in stucco bianco sottolineano il valore espresso dalla figura. Ha gli occhi rivolti verso l’altare, una corona sul capo, la postura che richiama quella dì una matrona seduta.
San Domenico di Guzman
Il dipinto, alto 170 cm e largo 98 cm, raffigura il fondatore dell’Opera dei Predicatori, San Domenico.
Occupa un posto di privilegio nella Chiesa, essendo collocata immediatamente al di sopra dell’altare maggiore e sotto l’allegoria della sapienza.
La figura campeggia con in evidenza il giglio, simbolo della castità, ed il libro, simbolo della Regola. San Domenico è presentato in posizione eretta e statica. Il livello figurativo è modesto e non va oltre l’intento devozionale.
La Lavanda dei Piedi
La tela, alta 245 cm e larga 290 cm, è collocata nel presbiterio sulla parte destra dell’altare.
Rappresenta Gesù che lava i piedi agli apostoli nell’ultima cena. Il dipinto ambienta la scena in un ambiente molto scuro. I personaggi sono distribuiti simmetricamente rispetto alla figura del Cristo e ciò conferisce alla composizione un certo equilibrio. In primo piano, inginocchiato davanti al reticente Pietro, Gesù è presentato nell’atto di asciugare il piede lavato. Sul lato sinistro della tela è pronta una tavola apparecchiata, intorno alla quale è seduto il resto deI Dodici.
L'ultima Cena
Olio su tela del 2007 opera della pittrice Luigia Bressan.
La tela, alta 245 cm e larga 290 cm, è collocata nel presbiterio sulla parte sinistra dell'altare. Rappresenta l'ultima cena di Gesù con gli apostoli durante la Pasqua precedente la sua morte.
L' atmosfera intima e buia in cui Gesù è al centro dell'opera, l'unico ad essere immerso in una calda luce. È raffigurato nell'atto di spezzare il pane, gli apostoli sono raccolti intorno a lui in profondo ascolto. L' oscurità è rotta dalla luce che proviene dal calice, dal pane e dal volto di Gesù. Luce che attraverso lui illumina i presenti. La tavola è vuota, eccetto il calice posto sotto una tovaglia su cui è raffigurato un cane con in bocca una fiaccola, simbolo dei domenicani, fedeltà assoluta al Signore. La fiaccola rappresenta la verità che infrange il buio del peccato e dello smarrimento e le due stelle sono il simbolo di san Domenico. Il cane è magro perché era volontà di san Domenico che l'ordine rimanesse legato ad una condizione di povertà. Si coglie nell'opera lo stupore, lo smarrimento degli apostoli che presto promettono a Gesù, una fiducia, difficile e dolorosa da mantenere. Nella locanda dove si svolge l'ultima cena di Gesù sulla terra, si può osservare la grande commozione e la forte emozione sul volto del figlio di Dio, che dopo aver cenato con i suoi deve salutari.