La pala, larga cm 177 e alta cm 268, raffigura, nella zona bassa del dipinto, Gesu bambino tra san Giuseppe e la Madonna in cammino e, nella pane alta della tela, Dio Padre e lo Spirito Santo.
L'opera e attribuita a Vincenzo Fato per I'impostazione complessiva e le caratteristiche generali delle figure di san Giuseppe e di Maria: cura dei particolari, labbra ben disegnate, sopracciglia e naso ben marcati, panneggio mosso e con pieghe profonde variamente orientate secondo la postura assunta dal personaggio, ricchezza chiaroscurale nei colori. Le due figure, con la forma delle aureole, inconsueta nel Fato, sembrano derivare dalla statuaria.
L'immagine di Gesù Bambino e, forse, dell'Eterno Padre sono
da attribuire ad altra mano per chiara differenza delle caratteristiche: posizione rigida delle mani, panneggio molto pesante e lineare, poca gradazione del colore, approssimazione della figura del Padre, triangolo apparentemente posticcio" Potrebbe trattarsi, molto verosimilmente, di una ridipintura tanto pesante quanto maldestra ad opera di un pittore locale, che non e stato in grado di andare oltre iI linguaggio strettamente devozionale ed espressivo. Anche il panneggio negli abiti di Maria, per Una certa rigidita e schematicita, e la legnosità delle mani fanno sospettare un intervento diverso, perchè iI Fato solitamente pone molta cura e quasi scolpisce questo particolare anatomico.
L'artista rappresenta sicuramente la Sacra Famiglia, a partire, però, dal mistero dell'incarnazione di Gesu, vero Dio e "vero uomo"
In senso orizzontale è rafffgurata la famiglia di Gesu "vero uomo": Gesu bambino, Giuseppe e Maria. Il pittore ambienta la scena in un paesaggio generico con pochi elementi:
Una strada di campagna, dei monti sullo sfondo e il cielo, Giuseppe e Maria camminano sulla strada tenendo per mano il Bambino Gesù, che è centro della loro attenzione.
Non è facile individuare quale momento della vita di Cristo sia stato illustrato. A prima vista si è indotti a pensare al viaggio di Gesù adolescente verso
Gerusalemme dove poi si smarrì e fu cercato per tre giorni (Lc 2,41-50), ma il volto del bambino mostra un'età inferiore a quella riferita dai Vangeli. Nessun segno particolare, presente nel paesaggio, farebbe pensare ad una specifica destinazione del camminare: nè un tempio che indicherebbe Gerusalemme, nè un centro abitato che farebbe pensare all'andata alla sinagoga, nè un elemento caratterizzante l'Egitto. Nessun altro segno (borsa da viaggio o animale da trasporto), tranne il bastone tenuto in mano da San Giuseppe, suggerisce un viaggio impegnativo. Gesù Bambino raffigurato scalzo farebbe pensare piuttosto ad una tranquilla camminata lungo una strada di campagna: "Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini" (Lc 2,52).
In senso verticale è dipinta la famigiia di Gesù "vero Dio". Al centro, su un cumulo di nuvole e nella parte alta della tela, è raffigurato l'Eterno Padre, identificato dalla figura ieratica di un anziano e dal triangoio sul capo. Poco piu in basso e dipinto lo Spirito Santo sotto forma di una colomba dal cui, becco parte un fascio di luce che cade su Gesù bambino. Gruppi di cherubini sono dipinti tra i nembi.
Il mistero dell'Incarnazione è uno dei misteri fondamentali della fede cristiana: Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo, una sola persona in due nature, un unico soggetto con azioni divine e umane. Ad esso è strettamente congiunto il mistero della santificazione dell'uomo: creatura che assurge al livello del creatore.
II Figlio eterno di Dio, pur rimanendo uguale al Padre, si è fatto pienamente uomo: ha lavorato con mani d'uomo, ha pensato con mente d'uomo, ha agito con volontà d'uomo, ha amato con cuore d'uomo. Si e' fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi, fuorchè nel peccato. Ha assunto un vero corpo e una Vera anima, una volontà umana liberamente sottomessa a quella divina, una conoscenza umana derivata dall'esperienza del mondo e dall'esperienza intima del Padre. Pur mantenendo la divinità è entrato personalmente in una esistenza terrena Vera e concretamente storica. Pur mantenendo la natura di Dio, si è umiliato assumendo la natura di servo.
L'incarnazione offre insospettate prospettive all'uomo derivanti dall'amore di Dio. Egli non ha dato solo i beni creati, ma ha donato se stesso nella storia, per donarsi nell'eternità. Si è abbassato fino all'uomo, per innalzarlo fino a sè, perchè ricevendo lo Spirito Santo, possa vivere in comunione col Figlio e diventare figlio del Padre. Ha conferito valore assoluto ad ogni persona umana, perchè iI Figlio di Dio, incarnandosi, si è unito in certo modo a ogni uomo e lo ha chiamato a crescere fino all'Intimità con Dio, fino aI Vaderlo faccia a faccia. II mistero dell'incarnazione di Dio è perciò, strettamente congiunto al mistero della santificazione dell'uomo. In ambedue Dio si comunica all'uomo personalmente e l'uomo e' accolto in Dio senza perdere la sua piena e concreta verità. Questo è il modo proprio del cristianesimo di intendere la salvezza (cfr CdA 312-313).
Ufficio Parrocchiale
Piazza San Domenico, 17
Orari
Lunedì - 17:00 | 20:00
Mercoledì - 09:00 | 11:30
Sabato - 17:00 | 18:45
O Dio di tenerezza e di bontà, sii tu benedetto per Domenico predicatore
povero del Tuo Vangelo tra gli uomini e
contemplativo ardente nel cuore della Tua Chiesa:
concedici di mettere in pratica la Tua Parola e saremo fedeli testimoni di
Gesù Cristo vostro unico Signore